Non l’abbiamo sentito per un po’ e poi, all’improvviso, un signore inizialmente co-fondatore e poi a lungo collaboratore di Idee in Comune — insomma un amico - ha ritenuto di attirare la nostra attenzione sul fatto che le riunioni in streaming del Consiglio Comunale di Siena (reperibili su YouTube) sarebbero seguite da una miserrima cinquantina di persone (come si vede in questa immagine che ci ha mandato)
Veramente a noi risulta che l’ultimo consiglio comunale ha avuto 399 visualizzazioni, ma qui, più che una controversia sui numeri, interesserebbe vedere DOVE questo nostro amico voglia andare a parare. Infatti egli aggiunge che
Se questo dato ha un significato, di certo non dice niente di positivo sull’interesse e la partecipazione dei cittadini alle cose che accadono in Consiglio Comunale.
In concreto l’amico sembra voler sottolineare che, siccome ai cittadini importa poco o nulla del Consiglio comunale, la nostra attività di monitoraggio civico dovrebbe interessare ancor meno e la nostra insistenza sui temi della trasparenza e della partecipazione, lungi da essere incisiva, sarebbe marginale se non superflua.
Abbiamo provato a segnalare che la partecipazione dei cittadini è da sempre osteggiata dai partiti che si pongono come gli unici protagonisti della politica e che si poteva considerare una sorta di piccolo miracolo che quattrocento di loro (dei cittadini, non dei partiti) potesse essere interessato a seguire i lavori di un organo che proprio i partiti hanno privato, a partire dagli anni 90 del secolo scorso, di gran parte delle competenze e dei poteri per riversarle sulla Giunta comunale (che si guarda bene dal trasmettere in streaming i propri lavori).
Ci è stato risposto, ci sembra non senza ironico disprezzo, che, se ci contentiamo della partecipazione dello 0,001% delle persone, vuol dire che non abbiamo ancora chiaro che
- non si vendono frigoriferi agli eschimesi e che
- non vale la pena di combattere contro i mulini a vento.
Mentre sui “frigoriferi agli eschimesi” basterà dire che l’immagine — tutta utilitaristica — evocata da questo amico (che, in effetti, vende cose per mestiere), nel suo volgare mercantilismo, sembra pesantemente oltraggiosa del ruolo della comunità e dell’interesse collettivo al bene comune, sul “combattimento contro i mulini a vento” converrà spendere qualche parola.
Intanto dobbiamo dire che, se El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, come simbolo di chi combatte un mondo che non lascia spazio all’immaginazione né all’utopia, ci è stato sempre molto simpatico, la battaglia contro i mulini a vento è entrata nell’immaginario collettivo come qualcosa che, lungi dall’appartenere al mondo reale, si trova solo nella propria testa ed è dunque una lotta vana, inconsistente ed inutile. Così il nostro amico vede il nostro lavoro di monitoraggio e così ce lo raffigura; inoltre, col dirci che stiamo lottando contro i mulini a vento, da un lato ci vuole scoraggiare e spingere ad abbandonare la lotta e, dall’altro, pensa che le nomine non trasparenti, i consigli di area di nomina del sindaco, i processi Hidden Partners, i presidenti di SIGERICO che diventano dirigenti, le procedure semplificate per chi vende poi a Esselunga, le assunzioni clientelari, i progetti gonfiati del PNRR, le sperimentazioni delle navette bus per turisti revocate a fuor di popolo, i sondaggi di gradimento ospedaliero al 92%, ecc. ecc. ecc. siano, come i mulini a vento dell’Hidalgo, irreali giganti frutto della nostra distorta immaginazione.
Quello che resta a prima vista oscuro è quale sia l’interesse del nostro amico a farci desistere: metafora per metafora, escludendo a priori che voglia ricoprire il ruolo dell’utile idiota (nel senso di colui che sembra essere manipolato da un qualche potere senza accorgersene), non resta che rilevarne la vocazione, forse tardiva ma non priva di (sue proprie eventuali) convenienze, dell’amico del giaguaro inteso come chi, invece di sostenere, come dovrebbe, le ragioni dell’amico, sembra, al contrario, parteggiare per qualche potente, già oggetto di attenzione monitorante.
Partecipazione,trasparenza e politica viaggiano su strade sempre più divergenti
Credo che ciò sia voluto dalla classe politica . Perché di vera e propria classe , sempre più lontana dalla vita dei cittadini, si tratta.
E’ voluto perché almeno sempre meno cittadini andranno al voto e si realizzera’ ciò che vogliono coloro che vivono di politica .
Votare se stessi, eleggere se stessi credendosi gli ELETTI
Appunto , eletti da se stessi
E’ un circolo perverso che annulla qualsiasi credibilità nell’azione politica da parte dei cittadini, qualsiasi speranza ‚fa emergere disillusione, rabbia , rassegnazione, cattiveria.
Come può essere credibile un consiglio comunale che in tre ore e mezzo riesce solo ad approvare all’unanimità
una doverosa mozione di solidarietà nei confronti dei lavoratori di Beko e a non approvare un’ altrettanto doverosa mozione sulle aggressioni al personale sanitario?
Come si può spiegare ciò ai cittadini ?
3 ore e mezzo a rimarcare la polarizzazione della politica nell’interesse del proprio partito.
Altro che trasparenza e partecipazione.
La politica nel senso di occuparsi della polis.. purtroppo si può fare solo fuori dai luoghi dove sarebbe corretto farla.
Questo intervento del consigliere Fabio Pacciani spiega bene perché “solo” 399 cittadini e non invece 3.990 (o più) abbiano seguito l’ultimo Consiglio Comunale e spiega anche perché almeno una parte dei 399 (i non addetti ai lavori) siano da considerare una sorta di umili eroi civili: se il consiglio comunale impiega tre ore e mezzo per arrivare ad esprimere unanime solidarietà ai lavoratori della Beku, vuol dire che la preoccupazione dei gruppi consiliari non è solo e tanto quella di essere solidali con i lavoratori, ma di esibirsi in ragionamenti per lo più artificiosamente differenziati. La Vanitas vanitatum et omnia vanitas — tipicamente umana — colpisce anche i 14 (quattordici) gruppi consiliari, che, esistendo, hanno tutti bisogno di mostrarsi.
Ma, al tempo stesso, conferma anche l’esigenza che i cittadini, magari senza stare tre ore e mezzo davanti al computer, possano rendersi conto di quello che accade per far sentire la propria voce critica.
Infine il commento di Fabio Pacciani risponde indirettamente anche al nostro “amico” di cui abbiamo parlato nell’articolo, il quale, risentito, ci ha fatto sapere di essere stato male interpretato. Ne siamo lieti anche se ci rimangono ostici e poco comprensibili i suoi riferimenti ai “frigoriferi invendibili agli eschimesi” e alla “battaglia contro i mulini a vento” che continueremo a combattere senza farci scoraggiare da chi ci vorrebbe silenziosi e ubbidienti.
Sarà mica che il “nostro amico” sia tentato di far parte dei non trasparenti, dei consigli di area di nomina del sindaco, dei processi Hidden Partners, dei presidenti di SIGERICO che diventano dirigenti, delle procedure semplificate per chi vende poi a Esselunga, delle assunzioni clientelari, dei progetti gonfiati del PNRR, delle sperimentazioni delle navette bus per turisti revocate a furor di popolo, dei sondaggi di gradimento ospedaliero al 92%, ecc. ecc. ecc. ???