E’ arrivata in questi giorni ad un noto penalista senese, ad un certo “Partito Pirata” e ad alcune Associazioni di cittadini, tra cui Idee in Comune Comunità monitorante, una lettera anonima
molto precisa e circostanziata che riteniamo giusto sia portata a conoscenza dei nostri lettori. Eccola qui riprodotta
Come si vede l’anonimo/a estensore racconta di avere provato ad inviare la lettera al Sindaco, ad un assessore, al Magistrato delle Contrade, alla Pubblica Assistenza, alla Misericordia, a C3T e a Siena TV, ma, siccome nulla è accaduto, allora ella/egli prova ad interessare le Associazioni Civiche locali.
La cosa, prima ancora di essere esaminata nel merito,
- si potrebbe liquidare col rilievo che si tratta di una segnalazione anonima
- qualcuno potrebbe rilevare che l’autore/autrice mostra di non essere dotato/a di particolare coraggio
- altri potrebbero essere tentati di insinuare che i senesi sono in genere indifferenti e/o codardi o proni al Potere …
Sul punto 1) si deve subito ricordare che, secondo l’ordinamento italiano, l’anonimato in sé e per sé non può comportare l’automatico rigetto. Infatti la legge n. 179/2017 consente di indagare le segnalazioni effettuate in forma anonima, purché le stesse siano “circostanziate” e “fondate su elementi di fatto precisi e concordanti; allo stesso modo, la tutela è garantita ai segnalanti anche quando la segnalazione, seppur infondata, si basi su criteri di buona fede e ragionevolezza”.
La norma, invero, riguarda i whistleblowers cioè i lavoratori che segnalano illeciti di cui siano venuti a conoscenza nel corso del rapporto di lavoro pubblico o privato, ma, mentre non avrebbe senso escludere i cittadini non lavoratori, è chiaro che l’autore della segnalazione potrebbe essere benissimo un dipendente comunale il quale, secondo noi a ragione, non potrebbe mai contare sulla protezione personale nel caso che fosse tanto temerario da sottoscrivere proprie segnalazioni a sindaco e assessori; le gesta di Don Chisciotte, ammesso che siano state compiute nella realtà, appartengono ad altri tempi.
Sul punto 2 c’è da osservare che, se l’ordinamento si preoccupa (in vista del superiore interesse alla lotta alla corruzione e al malaffare — maladministration — , di proteggere il whistleblower che segnala), non si capisce perché il comune cittadino dovrebbe esporsi individualmente ad ogni sorta di ritorsione denunciando a destra e a manca; infatti la tutela del whistleblower è stata inserita nell’ordinamento proprio perché, in uno Stato civile, mentre si deve incoraggiare chi denuncia schifezze, non si può consentire che non ci sia correlata e adeguata protezione.
Sul punto 3 e come corollario del punto 2, si potrebbe rilevare che, in buona sostanza, chi lamenta che “tutti stanno zitti”, che “nessuno ha il coraggio di esporsi” , che “vige un sistema omertoso” manca di considerare che, finché dovremo contare sul singolo temerario invece che su una folta comunità di onesti, quel singolo pagherà per tutti come un eroe solitario che — nella migliore delle ipotesi — sarà poi periodicamente ricordato e lodato senza concrete conseguenze. Ed è quasi banale ricordare che è e sarà
A meno che…
A meno che, siccome non siamo nati ieri e siccome abbiamo notato recenti segni di nervosismo dentro questa amministrazione, non si sia di fronte a qualche furbetto che, volendo colpire duramente dall’interno con qualche cannonata che faccia sensazione e provochi reazioni a catena, abbia pensato di trovare un argomento che si presta bene allo scopo del fuoco amico per generare zizzania, un colpo basso in casa o, se vogliamo, un ruzzino da Fratelli Coltelli
E tuttavia, siccome a noi non dispiacerebbe assistere a qualche sanguinosa guerra intestina, ci passiamo sopra volentieri e, entrando invece nel merito della questione, vorremmo rilevare che:
- la segnalazione è circostanziata ed è fondata su fatti precisi e concordanti
- il Comune non è di proprietà degli amministratori e le leggi impongono che sia una casa di vetro per tutti i cittadini (purtroppo questo Comune nega anche il diritto di vedere i CV dei nominati) e, nel caso che qualcuno — foss’anche un provocatore interno prezzolato — si chieda come vengono assegnati i posti alla trentina di finestre tra il Palazzo Civico e il Palazzo Berlinghieri, invece di fare spallucce, sarebbe giusto che il Comune rispondesse pubblicamente.
Dopodiché vorremmo sottoporre al pubblico dibattito una semplice e modesta PROPOSTA:
il Comune di Siena, riconoscendo la rilevanza della questione sollevata e condividendo l’opportunità di chiudere con prassi opache e personalistiche, si riservi un congruo numero di posti per gli invitati istituzionali (magari nel segno di un sano pluralismo democratico) e, per il resto, concordi di volta in volta col Terzo Settore, cioè col mondo del volontariato che tanti benefici produce alla società senese e che è, per disposizione di legge, interlocutore privilegiato dei pubblici poteri, le assegnazioni dei posti disponibili in modo da turnare il beneficio e da escludere alla radice ogni dubbio e sospetto che la lettera (per quanto anonima) chiaramente evidenzia.
Trasparenza e Rettitudine, adottando metodi ispirati a queste due qualità, nessun Amministratore della Cosa Pubblica può temere di essere in errore. Una volta estesi gli inviti a personalità e autorità, il/la Sindaco metta a disposizione della Cittadinanza “attiva” sul Territorio i restanti affacci su Piazza.