Scrive oggi Valentini su Facebook mettendo una foto di una decina di anni fa
“Andando al sodo.… i senesi hanno … tre opzioni. La prima è quella di premiare chi ha governato negli ultimi cinque anni, al di là dei distinguo last minute. Nè la Fabio nè Castagnini possono far finta di non rappresentare i magri risultati del mandato De Mossi.….ma.. . è Castagnini ad incarnare la vera continuità… un filo rosso del potere che parte da Mussari ed attraversa … la politica e la società senese .…. contrabbandando i disastri come buona amministrazione. Avevano una montagna di soldi a disposizione, ma in gran parte li hanno sprecati o rischiano di farli perdere a Siena. La seconda possibilità è quella civica di Fabio Pacciani, nella quale però l’unico vero “civico” è lui perchè quasi tutti quelli che lo sostengono sono ex militanti di partiti di destra e sinistra (alcuni dei quali assolutamente degni di stima), che hanno fra loro idee e valori talmente diversi che difficilmente potrebbero congiungersi in un’azione amministrativa efficace. Inoltre su di loro incombe il rischio dell’aggravamento dell’isolamento in cui ci ha ficcato De Mossi, ovvero la mancanza di legami con il sistema istituzionale provinciale, regionale e nazionale … Infine, c’è Anna Ferretti .… rappresenta il PD ed il centrosinistra, ma Anna è molto di più .… ha un carattere forte ed è in grado di tenere a bada anche chi volesse tentare di condizionarla… .
Si osserva (riprendendo anche dai vari commenti):
- sacrosante le considerazioni sulla Fabio e su Castagnini
- se uno rappresenta i partiti — come Ferretti — può avere il carattere forte quanto gli pare, ma (non è problema di condizionamento) dipende dai partiti (anzi da quello più forte) in tutto e per tutto; non per niente Piccini fu buttato fuori dal suo partito quando smise di obbedire e lo stesso Valentini, che vinse “contro” il suo partito nel 2013, fu subito costretto a rientrare e a prendere le decisioni che il partito gli imponeva
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Anna Ferretti, se vogliamo dirla tutta, contrariamente a quello che pensa Valentini, sembra facilmente manovrabile da un partito perché è una persona a prevalente dimensione clerico-caritatevole e non mostra mai solide basi politiche generali
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il rilievo che nel Polo Civico ci sono anche persone che sono state nei partiti tende a contraddire il banale diritto costituzionale di occuparsi di politica e non tiene conto che la stragrande maggioranza dei 193 candidati del Polo Civico non è mai stata nei partiti
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a parte la visione distorta del “civico”, non si è tanto tali perché si è vergini (come la stragrande maggioranza del PCS) ma perché si condivide l’elaborazione culturale e politica del “civismo politico” che, anche se qualcuno finge di non vederlo, è in continua crescita e non solo in Siena
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il fatto che ci siano persone che votano a destra e a sinistra in campo nazionale e che aderiscono al civismo politico dipende da un lato dalla sfiducia verso i partiti (Berlinguer 1981) e, dall’altro, dalle idee innovative sulla ibridazione o contaminazione delle culture e delle visioni del mondo che rendono conto della complessità rispetto ad un astratto manicheismo ideologico comunque sempre pronto all’inciucio dei grovigli armoniosi
- in ogni caso i principi dei documenti di un anno fa del Polo Civico disegnano un civismo politico in cui democrazia, trasparenza e partecipazione hanno parte fondamentale ed essenziale
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da un anno e mezzo si sente ripetere che il Polo Civico si sarebbe dissolto prima delle elezioni e, invece, con Pacciani in testa, ha respinto compatto ogni attacco e
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ha dimostrato di onorare con convinzione il patto che fu sottoscritto ben prima di scegliere il candidato sindaco (scelta condivisa da tutte le associazioni che compongono il Polo Civico e non imposta da qualche burattinaio)
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infine il rilievo che il Civismo Politico patirebbe una “mancanza di legami con il sistema istituzionale provinciale, regionale e nazionale” assomiglia terribilmente alla tesi aberrante di Enrico Tucci e della Fabio secondo la quale Siena può avere considerazione (e soldi) dal governo (al momento) della Meloni sono se i senesi votano la fiammella tricolore che fu del MSI; Valentini sa bene che l’isolamento della Giunta De Mossi non dipende né dal colore del Governo nazionale, né da quello regionale, ma da una precisa scelta politica di questa amministrazione che, fin dall’inizio (ripudio della Carta di Avviso Pubblico, uscita dal Polo museale, dalla Società della salute senese, dalla programmazione di area vasta .… per fare solo qualche esempio) ha deciso di caratterizzarsi per una rozza e dannosissima autarchia territoriale.
Per finire chi si impegnò allora con Siena Cambia non se la sente di tacere un punto che ci ha martoriato e indignato per anni: nel 2013 Valentini si è fatto azzerare dal partito un progetto innovativo che avrebbe cambiato le cose e avrebbe perfino imposto l’avvio di un rinnovamento nello stesso PD senese: un PD che oggi è addirittura peggiore di allora, con attrattività azzerata, metodi da capobastone invariati (le decisioni nelle stanze chiuse…) e le stesse persone ancora saldamente alle leve di comando. Valentini è certamente cresciuto sui suoi stessi errori e mostra una certa dose di coerenza, ma, oggi, purtroppo, con la sua lezioncina, ci può incartare — con rispetto parlando — le bucce di patata.