Il Comitato di partecipazione dell’Azienda ospedaliera universitaria senese ha superato i dieci anni di vita: nato inizialmente con deliberazione della Regione Toscana è stato poi regolato con legge regionale nel 2017. Il suo compito istituzionale è quello di favorire la “partecipazione dei cittadini”, ma, in verità, non si è mai trattato di una partecipazione diretta, ma indiretta, mediata e delegata attraverso i rappresentanti (in assoluta prevalenza) delle associazioni dei pazienti e dei consumatori; insomma, niente associazioni economiche e sindacali, niente associazioni culturali, niente associazioni di promozione della mobilità e dello sport, niente associazioni che si impegnano per promuovere sani stili di vita, niente Società di Contrada o simili: della salute di tutti possono occuparsi solo le associazioni che tutelano la salute dei propri associati.
Questa è la legge che organizza una partecipazione “rappresentativa” e indiretta, mediata e pure settoriale: e guai a fare proposte di modifica; neppure vengono dichiarate irricevibili, sono ignorate a basta. Dunque, in concreto, una partecipazione tanto delimitata e ristretta da arrivare ad essere una sorta di non-partecipazione.
Questa caratteristica, la non-partecipazione, già vizio di origine imposto per esigenze di interessata egemonia, a Siena è stata ulteriormente qualificata da due aspetti concomitanti e convergenti
- a capo dell’organismo — osano chiamarla coordinatrice e dottoressa, ma agisce indisturbata come una padrona e non è laureata — c’è stata sempre e c’è ancora la medesima persona che è riuscita perfino a far votare un
- regolamento interno improntato alla riservatezza assoluta dei propri atti, della loro formazione e dei loro esiti (ne forniremo copia a semplice richiesta a ideeincomunesiena@gmail.com) che fa capire bene la palese contraddizione tra partecipazione/trasparenza e riservatezza.
Insomma, una non-partecipazione, riservata, impermeabile e pure nascosta all’esterno.
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Ed è stato così ininterrottamente per anni e anni fino a quando, qualche mese fa, improvvisamente, il 20 marzo 2024, il Comitato-riservato-no-partecipazione (d’ora in avanti CRNP) ha deciso di aprire una sua pagina Facebook
Da allora sono stati pubblicati più di novanta post che, comunque, non fanno notare alcun abbandono della riservatezza dei propri atti: il CRNP non parla della propria attività, non mostra di cosa si occupa, non dice quanto siano affollate le (poche) iniziative pubbliche, né quanto siano partecipate le proprie riunioni, non pubblica le deliberazioni, né i rapporti con la Direzione aziendale, né le raccomandazioni, ma fa vedere invece molti articoli di giornale e molte immagini dei professionisti sanitari e dei loro successi: delle liste d’attesa, per esempio, si occupa tre volte
- un articolo del Messaggero sulla “rivolta delle Regioni” (chissà perché solo il Messaggero…) del 15 luglio
- il richiamo della Corte dei Conti alla Regione Toscana del 10 giugno e
- una velina trionfalistica pubblicata su Sienafree che vale la pena di leggere con attenzione nella parte in cui riporta alcuni dati di confronto col passato
Non vi confondete col titolo: i dati del primo semestre 2024 sono dati assoluti e privi di confronto col passato, i dati comprensibili sono quelli che l’articolo riporta in fondo.
Ecco cosa ci dice, su questi, la Direzione Sanitaria
… un trend di forte crescita è stato rilevato … per l’attività di diagnostica per immagini, 193.599 prestazioni eseguite nel 2023 rispetto alle 183.303 del 2022 e alle 167.770 del 2021, superiori ai volumi dell’anno 2019 (pari a 186.093)…
dunque, se prima del Covid il reparto aveva assicurato 186.093 prestazioni, nel 2023, con tutti gli sforzi possibili e immaginabili, siamo arrivati a 193.599 con un aumento netto di 7.506 prestazioni, pari, in percentuale, al 3,87% (dicesi tre e 87 per cento!)
Dice ancora la Direzione sanitaria:
gli… interventi chirurgici sono cresciuti nell’anno 2023 confermando, il trend in miglioramento di recupero della casistica; i volumi di attività chirurgica in elezione sono passati da 12.078 (2021), a 12.416 (2022) ed a 13.866 (2023). Un dato, quello degli interventi chirurgici in elezione 2023, che supera quello del 2019 (pre-Covid) quando i volumi di tale attività si attestavano a 13.555.
dunque, com’è evidente, se prima del Covid si facevano 13.555 interventi annui, nel 2023 se n’è fatti ben 13.866 con un incremento (addirittura) di 311 interventi (diconsi 311 annui, meno di uno al giorno!) pari in percentuale al 2,24%; diciamolo, suvvia!: “tanta roba”.
Poi nello stesso articolo apprendiamo anche che
- gli interventi chirurgici in elezione sono stati nel, 2022 vs 2021 +3%, 2023 vs 2022 +12%,
- le visite ambulatoriali sono state nel , 2022 vs 2021 +9%, 2023 vs 2022 +11% e
- gli esami di diagnostica per immagini sono stati nel, 2022 vs 2021 +9%, 2023 vs 2022 +6%
ma, se non vengono forniti i dati del 2019 ante Covid è evidente che non abbiamo alcuna possibilità di utile confronto. E, intanto, se hai bisogno di un esame urgente, non negarlo!, ti rivolgi coi tuoi risparmi (purché tu ne abbia) ad una delle innumerevoli strutture private che prolificano e aumentano di numero ogni anno.
In conclusione, volendo evitare di essere catastrofici, potremmo dire in premessa che il trionfalismo è del tutto fuori luogo e, poi, dovremmo affermare, con qualche eufemismo, che ci sarebbe ancora molto da fare (come dice pure la Corte dei Conti).
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Dunque il nostro CRNP (alias Comitato della non-partecipazione), pur mantenendosi ancora in posizione subordinata e al servizio dell’Azienda in base ad un malinteso concetto di collaborazione (che la legge vede anche come monitoraggio, proposta, controllo, sollecitazione critica … insomma partecipazione reale e non subalterna) ha deciso di passare da una fase durata circa tredici anni caratterizzata dal “vivere nascosto” ad una nuova fase, quella “dell’apparire” o dell’impegno “vetrinista”, vale a dire di un organismo specializzato nell’addobbare e valorizzare la propria immagine sì da suscitare l’attenzione e l’interesse dei passanti, purché piuttosto distratti.
Poco di nuovo, dunque: abituati ad una partecipazione che non è tale, il fatto che ci si nasconda o che ci si mostri coi migliori orpelli poco rileva (ah! per completare il discorso ci sarebbero altri due Comitati no-partecipazione che restano ancora ben nascosti, uno presso l’ASL e uno presso la Società della salute senese).
Rileva, invece, e preoccupa assai, che questa filosofia dell’apparire sia assunta in prima persona dall’Azienda ospedaliera: due giorni fa, infatti, il Direttore Generale e il Presidente dell’OPA hanno sottoscritto un accordo (che speriamo sia pubblicato integralmente in seguito) di cui ha riferito ieri il CNRP (le evidenziazioni sono nostre)
Qui bisogna essere molto chiari: come si può leggere, la collaborazione è vista per azioni a favore dei professionisti ospedalieri, vale a dire medici, infermieri, impiegati e tecnici per la ricaduta che si assume possa derivare in termini di (nientepopodimeno che) umanizzazione delle cure: ora noi abbiamo molti difetti e, tra questi, non ci va di essere vilipesi, né coglionati …; il welfare culturale, cara Azienda ospedaliera, non è quello che avete scritto nell’accordo (che al massimo può inquadrarsi nelle azioni di politica del personale; poi ci direte quanto costa!); il welfare culturale è semmai l’utilizzazione dell’arte e della cultura come strumenti per affrontare le sfide sociali quali l’invecchiamento, la detanalità, il benessere mentale in età adolescenziale … ecc. ecc.
Dunque, nella sostanza, meno paroloni astratti e fuorvianti e più sostanza per favore: avreste tanto di cui occuparvi, sia come azienda, sia come rappresentanti, si fa per dire, di noi poveri cittadini.
Il welfare culturale è quello che dovrebbe tendere a promuovere il benessere biopsicosociale di cittadini e pazienti. In altri contesti geografici e sociosanitari della nostra regione stiamo lavorando in questa direzione.
Sicuramente. In altri contesti. Qui si gabellano per “umanizzazione delle cure” le riduzioni dei biglietti del Museo per i dipendenti dell’ospedale. Propaganda.
La Redazione
Hai colto nel segno come sempre e con il coraggio che ti contraddistingue ! Luciano chapeau!
Analisi perfetta e con una punta di sarcasmo che le fa da contorno. La partecipazione a parole diretta, ma in verità indiretta, mediata e delegata attraverso i rappresentanti delle associazioni dei pazienti e dei consumatori mi somiglia tanto all’ ufficio Urp, ufficio relazioni con il pubblico che di relazione ha poco, primo perché per accederci bisogna come minimo essere geometri e poi, una volta spiegato il problema, non succede mai niente.