Una cosa vorremmo fosse chiara: accettiamo le sconfitte e ci scusiamo degli errori che commettiamo cercando di porvi rimedio, ma non ci va di passare per fessi.
Questa condizione — che concerne una situazione di recente rilevanza nazionale — è ben interpretata e raffigurata nell’ultima creazione di Augusto Codogno
E’ stato così che ci è tornata alla mente l’intervista di qualche giorno fa (meglio sarebbe dire il libero profluvio) che la Gazzetta di Siena ha concesso a Emanuele Montomoli, il quale, a consolazione del magro risultato elettorale ottenuto come candidato a sindaco di Siena senza appoggio dei partiti, ha potuto così pavoneggiarsi davanti al popolo tutto enumerando uno per uno i suoi alti meriti.
Qui di seguito si riporta il link per chi volesse risentire le dichiarazioni del cittadino benemerito e benefattore che a noi, in onore della sua poliedricità, piace chiamare con un acronimo che tenta di sintetizzarne le principali caratteristiche:
Pr.I.Pu.Mas.Ma.S. cioè Professor, Imprenditor, Proprietario unico, Massone, Mangia d’oro e Sponsorizzatore.
https://www.youtube.com/watch?v=KXmbOYRuNE4
La prima cosa del lungo autoincensamento che salta agli occhi per noi che abbiamo rivelato a suo tempo la sua appartenenza massonica (costringendo in tal modo i Fratelli d’Italia ad abbandonare la sua candidatura a sindaco di centrodestra) sono i toni decisamente vittimistici adottati in alcune risposte del Pr.I.Pu.Mas.Ma.S. che fa di tutto per apparire un martire, perseguitato ed oppresso da qualche perfido senese e giammai lungamente assistito, agevolato, appoggiato e patrocinato dai veri suoi Fratelli di cappuccio e di grembiulino.
Anzi, ad ascoltarlo con attenzione , si percepiscono e si intravedono le straordinarie vette di alto successo che Egli avrebbe potuto raggiungere se non si fosse impelagato in questa irremovibile sua volontà di far parte, nonostante i seri rischi che andava correndo, del Grande Oriente d’Italia rivendicandone sempre la fedele appartenenza contro tutto e contro tutti, assumendone pienamente le responsabilità e pagando sempre di persona.
Come si diceva da ragazzi, “Contro un grande Amore nulla può Malvagità”, e Pr.I.Pu.Mas.Ma.S. non ha mai voluto arrivare a compromessi con chi lo sconsigliava di aggregarsi a questa pericolosissima brigata di innovatori e rivoluzionari (inimicandosi i favori del Potere) i cui affiliati devono affrontare ogni giorno indicibili ostacoli di carriera, intralci a non finire ed enormi e talora insuperabili difficoltà.
Il secondo aspetto riguarda la sua spavalda e, oseremmo dire, temeraria declaratoria pubblica di trovarsi davvero in condizioni di palese incompatibilità sostanziale – che Idee in comune sollevò a suo tempo quando Egli si mise in testa di fare anche il sindaco — tra la posizione di professore docente universitario pubblico dipendente e l’attività di imprenditore, attività che a più riprese ha raccontato nell’intervista e di cui continuamente si vanta. Allora l’Università di Siena ci rispose che, essendo solo proprietario e non gestore della holding, non susssisteva incompatibilità formale.
Ora il Pr.I.Pu.Mas.Ma.S., messo al sicuro il risultato presso il suo datore di lavoro pubblico, non ha remore a ricordare che, in origine, i test a pagamento per i vaccini (vale a dire quella specifica attività che Lui stesso definisce commerciale) si facevano in università… Successivamente, così ci racconta, fu il rettore di allora, Focardi, a spingerlo a separare la parte didattica e di ricerca da quella (sic) commerciale e fu così che Egli mise in piedi un’organizzazione commerciale di sua esclusiva proprietà personale, che, con il suo personale lavoro a giro per il mondo — di cui sempre ci narra — è diventata una holding capace di ampliare continuamente la sua attività di servizio (non fa attività di produzione) e che — a giudicare dall’ultimo bilancio che abbiamo visionato — fa entrare nelle di Lui tasche — somme che si aggirano sui 4 milioni di euro lordi all’anno.
L’insistenza con cui Pr.I.Pu.Mas.Ma.S. torna sulla questione vorrebbe far passare per fessi tutti i dipendenti pubblici che devono chiedere l’autorizzazione per qualsiasi attività esterna anche sporadica e vorrebbe far passare per fessi anche noi che, da sprovveduti, avremmo sollevato il problema.
Invece è Lui stesso a precisare, nelle sue risposte, che, se fosse diventato sindaco, sarebbe stato costretto ad affidare l’azienda ad altri giovani e bravi dirigenti che egli stesso ha formato a tal fine facendo intendere che, non avendo da svolgere questo incarico pubblico, egli prosegue oggi – seppure vittima di feroci ingiustizie come quella di non aver potuto diventare primo cittadino — la sua intensissima attività di imprenditore di fatto.
Il bello è che, anche in Italia, che ha recepito una normativa europea del 20 luglio 2021 (non ancora attuata), è previsto che ogni società debba denunciare, al di là della struttura societaria formale, il nome del
TITOLARE EFFETTIVO
intendendo con questo termine “la persona fisica …. che ricopre almeno uno dei seguenti ruoli: fondatore, se in vita; beneficiario; titolare di funzioni di rappresentanza legale, direzione e amministrazione…”.
Noi, che non amiamo passare per fessi, lanciamo un pubblico concorso: se ci fosse a giro qualcuno che si ostina ad ignorare chi sia il TITOLARE EFFETTIVO di Vismederi, vincerebbe una Bambolina che canta e balla il walzer della credulità.