Siamo d’accordo con Pierluigi Piccini — https://pierluigipiccini.it/il-futuro-di-de-mossi-nelle-mani-di-fratelli-ditalia/ — che non è possibile, né corretto, né utile, proiettare meccanicamente i risultati elettorali nazionali sulle amministrative del prossimo anno, ma vorremmo ricercare insieme se e dove, per la proprietà transitiva dei condizionamenti della politica, lo scangèo elettorale abbia prodotto ricadute locali.
Il pallino della decisione circa la conferma della candidatura di De Mossi dovrebbe essere arrivato nelle mani di Enrico Tucci, commissario comunale di Fratelli d’Italia e il post di questi giorni della signora Tucci — molto duro sul governo De Mossi — confermerebbe le perplessità del maggiore partito della destra senese a sostenere il secondo mandato ( a Siena i Fratelli prendono il 25,5% contro il 4,6% di Forza Italia, il 4,4% della Lega e l’1% netto di Noi Moderati, cioè Falorni)
Il responsabile locale di Articolo Uno Fulvio Mancuso scrive su Facebook che a Siena “il centrosinistra e le altre forze del campo progressista hanno vinto largamente”. Su cosa si basi questa affermazione resta un mistero. I dati ufficiali e definitivi del voto nel Comune di Siena per la Camera dei deputati che abbiamo noi sono:
2018 PD 31,37% — Articolo uno 4,41% + Europa 5,26% totale 41,04%
2022 PD 28,8% — Verdi/Sin 4,8% + Europa 4% Di Maio 0,3% totale 38,1% meno 2,94%
assumendo (difficile!) che il campolargo comprenda M5S e Calenda/ Iv
2018 con M5S 19,36% arrivava al 60,40%
2022 con M5S 8,7% e Calenda/Iv 12,0 arriva al 58,8% cioè MENO 1,6%
Di contro: Destra 2018 (con Fucito) 33,86% Destra 2022 35,5% cioè PIU’ 1,64%
Vittoria LARGA ?
Come la mancata alleanza (tecnica, elettorale, tattica.…) nazionale ha favorito la destra nazionale, così la decisione del PD locale di rinnegare la promessa di Letta di un anno fa di “non presentare simboli di partito” potrà favorire grandemente la vittoria della destra alle amministrative 2023.
Abbiamo scritto più volte, e lo ribadiamo con convinzione, che come candidato sindaco del 2023 per il POLO CIVICO SENESE avremmo voluto una donna, ma … non ne abbiamo trovate.… Abbiamo anche precisato con forza che non si parlava di genere e/o di sesso, ma di “politica al maschile” contrapposta a “politica al femminile” intendendo per la prima un modo di gestione di governo forte, autoritario, prepotente, arrogante, dell’uomosoloalcomando di visione verticale e apicale per capirsi (quasi tutte le donne “politiche” e non solo la signora Meloni praticano questa visione insieme alla stragrande maggioranza dei politici maschili senesi) e, per la seconda, un metodo di governo improntato all’empatia, all’accoglienza, alla partecipazione, alla condivisione, alla disponibilità, alla gentilezza, alla democrazia, per capirsi (solo pochi uomini riescono a (man)tenere questi comportamenti).
E abbiamo così scoperto un senese (di sesso maschile) che ha assunto seriamente questo compito di garantire quel metodo di governo democratico e partecipato. Fabio Pacciani, ormai lo abbiamo verificato, è esattamente un cultore civico consapevole di questo modo diverso di fare politica. Specie per questo lo sosteniamo. E ne andiamo fieri.
Ovviamente, essendo la “politica al femminile” cosa nuova e sostanzialmente inedita, i suoi (scarsi) seguaci (rari nantes, si potrebbe dire) scontano inesperienza e talora ingenuità; non sono, come si usa dire, sufficientemente scafati e può avvenire che sbaglino. Fabio Pacciani, per esempio, ha sbagliato a prendere sul serio la domanda di Radio Siena TV raccontando per chi aveva votato e non solo perché il voto è segreto, ma perché il civismo non contempla caratterizzazioni in base al voto nazionale. Tra l’altro è da osservare che, se tutti coloro che sostengono Pacciani, riferissero del loro voto nazionale, avremmo sì coperto tutto l’arco costituzionale, ma avremmo pure cancellato il civismo che è ovvia contaminazione, ibridazione, confronto serrato, ma non confusione né accozzaglia perché si basa sui programmi e scelte partecipate e sugli strumenti partecipati di governo.
Per dirla tutta, Pacciani, a nostro avviso, ha sbagliato anche a votare quel simbolo perché i suoi dirigenti, uomini e donne, sono palesemente specialisti della “politica maschilista” che egli intende combattere e superare e perché, proprio dietro quel simbolo, in sede locale, sgomitano e si scontrano al momento quei politici che vorrebbero essere domani i suoi diretti avversari, Montomoli e Scaramelli, tutti e due, seppure con esperienze in campi diversi, disinvoltamente alla ricerca del potere personale, scafati appunto; termine che indica le persone spigliate, smaliziate e scaltre e, così, meno inclini all’errore e all’ingenuità in cui Pacciani è caduto per eccesso di volontà di trasparenza e in cui, siamo sicuri, non vorrà incorrere da qui in avanti.
Quanto al voto che ha espresso, Pacciani ce lo consenta, avrà tutto il tempo per pentirsi (chi non si è pentito di avere votato male negli ultimi decenni scagli la prima pietra! ): già oggi i suoi eletti si sono dichiarati pronti e disponibili a modificare la nostra Costituzione non potenziando l’orientamento democratico e partecipativo, ma nella direzione della repubblica presidenziale indicata nei programmi della destra e tenuta ipocritamente nascosta in campagna elettorale da Renzi e da Calenda.
Pacciani è scivolato su una buccia di banana forse lasciata a terra apposta, ma penso lo abbia fatto ingenuamente e comunque sarebbe stato molto meglio se avesse detto il classico “no comment”. Certamente molto diverso dalla giornalista della 7 che ha dichiarato apertamente in TV di aprire il Telegiornale della destra. Penso che lì non ci fosse nessuna buccia di banana ma forse un premio di produzione !!!
Non vorrei fare l’esegeta (non richiesto) del pensiero di Fabio Pacciani.
Tuttavia vorrei far notare che la dichiarazione di voto (trasparente e non celata con perifrasi fantasiose) è stata argomentata come scelta verso una politica che ha privilegiato “fatti e contenuti”, guardando quindi principalmente ad un “metodo” concreto di approccio ai temi di campagna elettorale, quello su cui — pare — le stesse associazioni che sostengono Pacciani si stanno impegnando.
Mi rallegro, dunque, se, ogni tanto, un candidato ad elezioni parla con franchezza e cuore aperto, peraltro in piena coerenza con le sue scelte di approccio all’agone politico, concentrato più sui fatti che sulle chiacchiere senza costrutto.