Per la seconda volta in pochi giorni diamo il benvenuto ai sonetti senesi che, meglio di lunghi discorsi, centrano i motivi del profondo dissenso civico che cresce e si rinsalda nei confronti degli atti, talora tragici, non di rado esilaranti, dell’attuale amministrazione, già divertito e sagace bersaglio, pochi mesi fa, dei canti dell’ultima operetta dei goliardi senesi.
Ora è la volta di Silvia Golini. La storia è nota: nasce una enorme pedana in Piazza S. Giovanni e il Comune si affretta a prendere le distanze con un comunicato ufficiale
aprendo in tal modo legittimi interrogativi e seri sospetti
LA PEDANA IN PIAZZA SAN GIOVANNI
Ce l’ha chiarito una nota ufficiale:
“Riguardo alla pedana al Battistero
questa Amministrazione Comunale,
credete, e’ capitombola dal pero
perché dall’esercizio commerciale,
cheddiociaccèchi tutti se ‘un è vero,
ha avuto solo richiesta informale
e a noi ‘un cià sfiorato mai il pensiero
di digli che il permesso era concesso.”
Traduzione: “Cittini è complicata:
in quella Piazza ‘un si pòl da’ il permesso…
però… si pòl fa’ finta d’un sapello:
voi la fate… se stanno zitti è andata
e sennò ci si tirerà il cappello!”
SILVIA GOLINI
Giovanni Sestini su facebook ci ricorda una cosa preziosa che sarebbe un peccato trascurare
“Scriveva Pedro de Alarcón, giornalista, scrittore e politico conservatore spagnolo, nel 1860: “Oltre alla Piazza del Campo, c’è a Siena un luogo in cui si sente tutta la passata grandezza della rivale di Firenze. È la porta del Battistero, dove, detto tra parentesi, scrivo queste parole nonostante la tormenta. Da qui si vede la scalinata che sale alla piazza della cattedrale, si scorge un grandioso irrompere di archi , e si raggiunge la severa prospettiva di imponenti palazzi e fortezze terribili … Se mai visiterete Siena, non dimenticate di sostare in questo punto. Qui vi sorgeranno nobili pensieri: qui sentirete il dolore dell’Italia fatta a pezzi: qui, piuttosto che dalla cima delle Alpi, potrete offrire agli occhi dell’anima la vista del presunto Regno Italico e ricordare le regioni che avete appena percorso: Piemonte, Lombardia, Veneto, le Legazioni, Parma, Modena e la Toscana: qui si potrete dir loro addio, e disporvi ad attraversare le montagne che vi separano dalla campagna intorno a Roma, dall’altra metà d’Italia, dal mondo antico, come già
l’abbiamo chiamata.”