E menomale che Nicoletta Fabio ha affermato proprio ieri con fermezza che la sua amministrazione vede la “legalità” come precondizione assoluta dell’azione amministrativa! Lo si è visto subito. La delibera più importante del 11 luglio era l’approvazione delle linee programmatiche del mandato 2023 — 2028.
Ma cosa sono le linee programmatiche? la legge (art. 46 testo unico enti locali, comma 3) dice che
.…il sindaco, sentita la giunta, presenta al consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato.
Il riferimento alle azioni e progetti (roba molto concreta) ha spinto gli studiosi a definire le linee programmatiche come
le coordinate del programma amministrativo, ovvero le modalità con le quali si dà attuazione al programma amministrativo stabilendo: 1) le priorità, 2) le varie fasi di esecuzione, 3) i mezzi per realizzarlo …
Dunque il sindaco avrebbe dovuto presentare un documento che, partendo dal programma amministrativo — quello approvato dagli elettori e che lo ha fatto prevalere sui concorrenti — definisse priorità, fasi di esecuzione e mezzi per la realizzazione … Si tratta, in altre parole, di una pianificazione all’interno del sistema di bilancio di un ente locale nella quale
le iniziative vengono sviluppate in azioni da intraprendere e gli obiettivi in programmi e progetti …, con riferimento alle quantità di risorse finanziarie necessarie, ed alle modalità con cui si intende reperirle.
Che cosa ha fatto invece Nicoletta Fabio? Ha preso pari pari il suo programma amministrativo col quale si è presentata agli elettori, ci ha affibbiato in cima una serie di punti che afferma essere stati oggetto di proposte dei cittadini e di liste civiche (peraltro non fedelmente riportati, ma modificati a piacere: vedi ad esempio Carta di Avviso Pubblico e Consigli di Area) e con un disinvolto copia-incolla ha trasformato il tutto in linee programmatiche .…
In verità, diciamolo subito, non avrebbe potuto fare altrimenti perché il suo programma amministrativo (vedi)
non contiene cose da fare, ma speranze, sogni, indicazioni generiche, aspirazioni… e, pertanto, sarebbe stato impensabile potervi assegnare priorità, modalità di esecuzione e mezzi di attuazione.
Il bello è, tuttavia, che siffatte “linee programmatiche” sono state approvate con i voti favorevoli della maggioranza (come è ovvio) e con l’astensione degli eletti nella coalizione del Polo Civico Siena, che, all’indomani delle elezioni è stata deliberatamente cancellata e dissolta producendo due gruppi consiliari distinti e separati: Siena Sostenibile (Casciaro, da sola) e Per Siena (Griccioli e Pacciani, di cui Pierluigi Piccini si è autodefinito allenatore).
Ora, per chi non lo sapesse, il Regolamento del consiglio comunale di Siena ha adottato per il voto di astensione la cd interpretazione funzionale che stabilisce che tale voto non si somma al voto contrario e consente dunque l’approvazione con maggioranza semplice; senza entrare in tecnicismi è chiaro che il voto di astensione — espresso come in questo caso non su un singolo affare, ma sul programma di cinque anni di mandato — è, dal punto di vista politico, un voto più vicino al voto favorevole che non al voto contrario. E’ insomma una scelta politica di fondo espressa da quello che era fino a due mesi fa il civismo politico; è un voto di generale benevolenza e di sottintesa speranza che fa assumere una collocazione di attesa, più o meno trepida…
E’ quella stessa speranza cui Fabio Pacciani si è espressamente richiamato su Facebook qualche ora dopo con la frase “speriamo presto si passi.….”
Dunque i tre eletti del Polo Civico hanno assunto, previa sua volontaria distruzione, questa posizione di attesa benevolente che potremmo definire di “minoranza spuria non oppositiva, ma speranzosa”.
Per premiare questa posizione non preconcetta che eleva i nostri dalla bassa posizione di minoranza verso i vertici del potere reale, si sarebbe potuto pensare che la maggioranza sarebbe stata generosa nel concedere posti nelle commissioni consiliari.
Macché. Figuriamoci! su dieci commissioni consiliari Griccioli e Casciaro sono inseriti in due commissioni e Pacciani in una. Un bel risultato davvero. Addirittura, allorché la signora Casciaro ha presentato un emendamento per portare da 9 a 11 i componenti della Commissione assetto del territorio all’evidente scopo di allargarne la presenza, la benevola maggioranza ha respinto rudemente la proposta e nessuno ha fatto una grinza.…
E’ interessante notare che l’amico Vanni Griccioli, nel corso del dibattito, per spiegare la posizione di Per Siena (che, per un motivo tecnico ha assorbito Pacciani, passato dal gradimento del 23% degli elettori ad una delle formazioni della sua propria coalizione) ha chiarito che “i cambiamenti già manifestati rispetto ai comportamenti dell’amministrazione De Mossi e il fatto che Nicoletta Fabio avrebbe presentato a suo avviso un’amministrazione “scatola di vetro” (in verità una volta era una casa … di vetro) hanno convinto i picciniani al voto benevolo di astensione perché loro non si sentono neutri (sembra di capire tra centrosinistra e centrodestra) ma proattivi. Perfetto. Se è vero che proattivo - in contrapposizione a reattivo — è chi opera con il supporto di metodologie e strumenti utili a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri.… è confermato che l’astensione si basa proprio sulla speranza (anticipata) del miracolo annunciato da Santa Nicoletta Fabio (che seguirebbe immediatamente il miracolo De Mossi che è riuscito a tenere insieme per cinque anni partiti e ricciarello magico), quello di utilizzare i partiti per fare buone politiche, peraltro non reperibili, al momento, nelle citate linee programmatiche, alias programma elettorale amministrativo (Siena in tutti i sensi etc, etc,…).
Deve essere chiaro che Idee in comune non si sente rappresentata da Per Siena (se lo fosse vi sarebbe confluita illo tempore), e nemmeno da Siena Sostenibile (che non si capisce in quale parte del programma di Nicoletta Fabio abbia trovato qualcosa che si avvicini seppur lontanamente alla sostenibilità ambientale), Idee in comune resta fedele ai princìpi espressi nei documenti del civismo politico che non ricercano improbabili neutralità ma un diverso modo di governare; Idee in comune non condivide la scelta del candidato del Polo Civico Siena di ringuattarsi in Per Siena e di non essere passato subito nel gruppo misto col nome di Gruppo Polo Civico; meno che mai Idee in comune condivide la scelta dell’astensione preventiva basata su mere speranze.
Idee in comune crede invece al rilancio del civismo politico purché ridefinisca la sua linea politica alla luce dei cambiamenti in atto (proattività? potrebbe essere.… ): Pacciani lo annuncia per settembre … vedremo, anche se proprio non si capisce che cosa possa avere impedito di partire immediatamente (lo ha fatto perfino Anna Ferretti, già candidata PD e subito proiettata alla rivendicazione di un separato potere personale col suo progetto S.I.E.N.A.…).
Ciliegina sulla torta: gli ex Polo Civico Siena non si sono limitati all’astensione speranzosa sulle sedicenti linee programmatiche, ma hanno votato a favore (sì, proprio a favore) sulla delibera relativa ai procedimenti per le nomine evidentemente dimenticando quella parte del Patto coi cittadini a suo tempo sottoscritto
Nomine e meritocrazia Le nomine di competenza del Comune dovranno essere effettuate seguendo modalità chiare e trasparenti, in taluni casi anche attraverso inviti. Saranno definiti i requisiti di accesso basati su curricula, esperienze e realizzazioni nei campi sottoposti a nomina. Tutti i nominati saranno valutati periodicamente nel loro operato, che si dovrà ispirare agli indirizzi che il Consiglio comunale riterrà utile adottare.
L’atto di ieri non differisce dai precedenti: potere assoluto al Sindaco di scegliere, di fare e disfare, di valutare e svalutare; allo stesso modo la maggioranza affida la partecipazione (udite udite!) ai Consigli di Area, invenzione dei partiti dell’epoca demossiana, tutti di nomina sindacale dall’alto su indicazione del Palazzo, organismi di ispirazione padronale e autoritaria, cui le linee programmatiche assegnano appunto la mission impossible di attuare meccanismi di partecipazione (poi ci sarebbe il capitolo Carta di Avviso Pubblico cui dovremo dedicare, per la sua importanza, particolare e futura attenzione; al momento Santa Nicoletta de’ Miracoli ci dice che .… valuteranno se e quando aderire o meno: strano comportamento quello di esprimere riserve proprio quando dovresti esplicitare volontà politiche.…).
Insomma, per ora siamo costretti a vivere nell’inerte e passiva speranza … solo il futuro ci dirà.
Non c’è molto da aggiungere. Ci si aspettava una maggiore coerenza da parte di chi è stato sostenuto lealmente per tutta la campagna elettorale e al momento delle elezioni. Peccato… una grande occasione perduta. Dovremo proseguire nel monitoraggio, con spirito di servizio nei confronti dei cittadini, sperando che aprano gli occhi.
Proseguiamo nella retta via… anche se con fatica e delusione.
Forse un cambio di rotta, per definirlo meglio un “aggiustamento” da parte del Pacciani era prevedibile. Meglio sarebbe stato se avesse capitanato il Polo Civico con tutte le forze civiche che lo compongono e che hanno lavorato con lui nel periodo preelettorale. Che dire ? Forse , anzi quasi sicuramente, Siena non vuole un organismo di controllo sull’ operato di chi ci governa. Preferisce stare nella solita “melma” ed uno potrebbe dire e chi se ne frega ! Danni non ne fanno ! Ed invece è proprio qui che casca l’ asino ! Non fare niente, non programmare niente di certo, ma stare immobili per conservarsi l’elettorato è sinonimo di regressione. Si sta tornando indietro, stiamo tornando nella “caverna” senza luce dove siamo stati per 60 anni. Non si costruisce niente di nuovo, non solo, ma non si rimettono in piedi neanche le poche cose buone che avevamo : s. Maria della Scala, Enoteca Italica, Fortezza Medicea, le Papesse, ecc. ecc. Siamo di nuovo nel limbo dove ai veri imprenditori del futuro, e ce ne sono tanti, gli viene detto : siediti, occupa il banco ma per l’ amor del cielo stai zitto ! Che tristezza ! E noi di Idee in Comune riprendiamoci il ruolo originario e stiamo col fiato sul collo di quelli che ci governano, anche se sappiamo che serve a poco perché l’ innovazione, magari da correggere ogni tanto, non ha posto in questa Città !