Dei risultati delle recenti elezioni suppletive del 3 e 4 ottobre scorsi si è detto poco e meno ancora si è parlato dei dati del Comune di Siena: 50 sezioni elettorali, 43.228 iscritti nelle liste elettorali nel territorio del Comune (che saranno chiamati a votare alle comunali del 2023, probabilmente non insieme alle politiche che hanno scadenza diversa), solo 19.392 votanti di cui 827 schede nulle e bianche e, dunque, in totale, 18.565 voti validi.
Facile trarne la sintesi: solo il 42% dei senesi ha espresso un voto valido per uno dei sei candidati in lizza.
Alcuni hanno ricordato che, per le suppletive alla Camera vota sempre un numero basso di elettori, ma dimentica di rilevare che, in questo caso, si votava nientemeno per il segretario nazionale di uno dei quattro grandi partiti italiani in un contesto nazionale che vede il PD e il M5S (che sostenevano Letta) vicini al 40%
Quanti voti hanno preso i candidati? A parte Aurigi, che ha voluto contare quanti fossero i suoi “senesissimi”, risultati poi 384, il candidato dei partiti di destra, promosso come imprenditore e uomo della società civile, ha avuto voti 7.765, numero che rappresenta il 18% circa del totale degli aventi diritto al voto.
Letta ne ha avuti 8.541 e arriva perciò vicino al 20% degli aventi diritto, vale a dire che un cittadino senese su cinque gli ha dato il voto. La differenza tra i voti di Letta e i voti di Marocchesi è stata pari a 776, numero che rappresenta il 1,8 % degli aventi diritto.
Ragionando su questi dati, secondo i quali ben 24.663 senesi su 43.228 non hanno votato nessuno dei sette candidati, si possono ricavare alcune considerazioni utili per il 2023.
1 — Non solo Letta ha fatto bene a presentarsi senza simboli di partito, ma ha fatto benissimo a impegnarsi sulla circostanza che non si trattava di una mossa tattica, ma di una scelta politica di lungo respiro. Vedremo se i comportamenti saranno conseguenti: per ora sappiamo che, senza questa decisione (che non fece entusiasmare il PD locale), stante la pessima immagine che PD per un verso e M5S per un altro hanno ancora a Siena città, sarebbe andato sotto rispetto alla destra e avrebbe probabilmente pregiudicato la sua elezione alla Camera;
2 — alle comunali del 2018 il voto alle liste civiche superò abbondantemente il voto ai partiti e sembra molto probabile se non assodato che una parte molto consistente dei 24.000 astenuti siano proprio elettori che allora avevano votato per le liste civiche;
3 — il termine “liste civiche” è, tuttavia, ambiguo: ci sono le liste civetta e c’è il civismo autentico non servile, quello che Idee in Comune cerca di promuovere e proporre alle altre importanti formazioni civiche cittadine;
4 — se si vuole evitare che la giunta De Mossi prosegua nell’azione di cannoneggiamento dei beni comuni e delle eccellenze senesi (solo per fare qualche esempio tra gli ultimi, scuole dell’infanzia, Franci, Siena Jazz, ASP, Centro civico La Meridiana, Unistrasi, volontariato .….), se si vuole evitare che lasci altri spazi ai gruppi integrati armeno-kazaki sotto indagine, che il malgoverno dei partiti di destra al potere continui a dimenticare il decoro urbano, la vivibilità, la sicurezza e soprattutto se si vuole riaprire una collaborazione generale e una leale partecipazione dei cittadini per individuare una visione di lungo periodo per lo sviluppo economico e sociale, sarà bene che PD e M5S nel 2023 affidino a termine al civismo autentico e non servile il compito, non lieve ma indifferibile, di essere protagonista plurale e collettivo della rinascita senese, sostenendo, senza simboli di partito, la candidatura (che noi auspichiamo femminile) che il civismo sano e unito vorrà presentare alla città tutta per una prospettiva di reale rinnovamento;
5) questa destra si può battere non solo sulla base dei numeri reali, ma anche per la pessima prova che sta conducendo al Comune di Siena e si potrà battere inesorabilmente al primo turno.
Questa, del resto, ci sembrerebbe la logica conseguenza delle posizioni più volte espresse e ripetute vuoi da Letta (con i costanti richiami alla società civile e alle Agorà), vuoi dalla Carta dei principi e dei valori dei pentastellati che Conte ha proposto e che prevede le Piazze delle idee come metodo di rapporto diretto coi cittadini. Piazze delle idee, del resto, che, del tutto casualmente, abbiamo organizzato noi nel 2018 (in epoca pre-pandemica) all’Istituto Bandini col metodo OST (Open space technology) e i cui report sono facilmente reperibili su questo Blog ai link https://www.ideeincomunesiena.it/2018/05/ — https://www.ideeincomunesiena.it/2018/04/10/piazza-delle-idee-strumento-di-cultura-civica/ https://www.ideeincomunesiena.it/2018/04/18/che-cose-un-o-s‑t/).
Peccato avere totalmente ignorato il seppur ridotto risultato elettorale di Potere al Popolo. E soprattutto la campagna elettorale fatta: temi, analisi, proposte. Non me lo sarei aspettato da Idee in Comune.
I commenti servono anche a coprire eventuali lacune. Grazie a Michele, perciò, per il richiamo.
In verità dobbiamo premettere che il nostro interesse, proiettato sulle prossime elezioni comunali del 2023, ormai, non così lontane nel tempo, non riguarda tutto il Collegio, ma è limitato ai risultati nel Comune di Siena. Tra questi ci rifiutiamo di commentare quelli di Rizzo, che non ci sembra interessato alla città, e degli altri due di cui vorremmo dimenticare i nomi prima possibile; al generoso Aurigi abbiamo accennato.
Cosa avremmo potuto dire del risultato — nel Comune di Siena — di Pap e di Elena Golini ? Intanto registrare che, in città, Pap ha ottenuto 695 voti su 43.228, pari a 1,6% degli iscritti nelle liste elettorali. Poi avremmo dovuto dire che 695 voti non sono per niente da trascurare (De Mossi ha vinto al ballottaggio per molto meno), avremmo dovuto ricordare che nel 2018, i voti raccolti da Sinistra per Siena con Alessandro Vigni furono il doppio di quelli di Pap di oggi e utili … per far vincere la destra che tuttora reca danni gravissimi e avremmo dovuto chiedere a Pap di riassumere quali siano i temi, le analisi, le proposte trattati in campagna elettorale con lo sguardo centrato sulle elezioni comunali del 2023, compreso ovviamente il quadro delle alleanze indispensabili per battere la destra.
Avremmo potuto parlare di tutto questo, ma ci è sembrato prioritario concentrare l’attenzione su come vincere nel 2023 partendo dai numeri più rilevanti e dai partiti che già parlano di non presentare i propri simboli e di voler aprire al civismo.
Quella data, si è detto, non è poi così lontana, ma non è per fortuna tanto vicina da impedirci di studiare, progettare e programmare contenuti, metodi e contributi dei senesi tutti per la vittoria di una candidata condivisa.