Come se non bastassero le grane della macchina organizzativa comunale devastata dai predecessori, i problemi della mobilità urbana, i trasporti, la sicurezza, le promesse della campagna elettorale di far arrivare a Siena direttamente dal Governo i soldi che .… mancano a Roma, tutta roba che pesa sulle spalle dell’assessore tuttofare e capo locale del maggior partito, in questi giorni si stagliano nubi minacciose anche su quella che, in teoria, si presentava come la comoda traduzione in loco di un percorso regionale già tracciato e in fase di completamento.
Molto trascurata nella campagna elettorale senese e apertamente osteggiata solo da Siena Popolare e dal M5S, l’asse Pd — Fratelli d’Italia l’aveva già portata avanti in Toscana con Giani in prima fila a sostenerla come obiettivo prioritario al grido altisonante: “diamo forza si territori!”
E, infatti, non erano passati che pochi giorni dall’insediamento della nuova amministrazione di destra, che Enrico Tucci, poteva dichiarare rilassato e lapidario
siamo a favore della multiutility, perché riteniamo che non ci sia più spazio per una dimensione provinciale del mercato dell’energia … il settore sta andando infatti verso una concentrazione.…
Ma, insomma, cosa è una Multiutility? Una definizione (molto) sintetica, ma comprensibile per tutti la indica come
un’ unica società che fonde tutte le attuali società di diritto privato ma a capitale interamente pubblico o anche misto (vale a dire pubblico/privato) che svolgono servizi relativi a ciclo dell’acqua, dalla sorgente alla depurazione, dei rifiuti urbani e della distribuzione di energia, sia del gas che dell’elettricità.
Nella nota di presentazione del volume edito da Il Mulino Le imprese multiutility. Aspetti generali e prospettive dei settori a rete a cura di Eugenio Bruti Liberati e Marco Fortis , si legge che il fenomeno delle multiutility “ha indubbiamente ricevuto una forte accelerazione dall’apertura (alla concorrenza) dei mercati nazionali dell’energia” ed è stato “alimentato in gran parte dai processi di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici” .. Anzi
“all’intensificarsi della concorrenza indotta dalla progressiva deregulation di questi mercati … le imprese di pubblici servizi hanno risposto modificando la struttura del proprio business nel tentativo di limitare, da un lato, il calo dei margini di profitto precedentemente realizzati in condizioni di monopolio e, dall’altro, di sfruttare attività con rendimenti più alti .…”
con il che sorge subito l’evidenza di una contraddizione: mentre le imprese di pubblici servizi andrebbero per definizione rivolte alla migliore soddisfazione dell’interesse generale con il miglioramento dei servizi e realizzando economie di gestione, la nota dominante delle multiutility sembra caratterizzata dalla partecipazione di capitali privati e dalla ricerca di un maggiore profitto…
Tucci, invece, ostentava sicurezza.. “siamo a favore della multiutility...”. Punto. Del tutto assenti i temi dell’interesse pubblico, dell’economia di gestione, della riduzione di costi e tariffe, nessuno slogan del tipo diamo forza ai territori e piena adesione alle logiche di mercato e alle tendenze alla concentrazione: del resto, se la cd. destra sociale è scomparsa in un battibaleno in campo nazionale.….
A ricordare i principi del nostro ordinamento costituzionale ci ha pensato peraltro la Corte dei Conti toscana che ha risposto ad un quesito del Comune di Loro Ciuffenna, il quale, richiamandosi al principio che gli enti locali non possono cedere beni demaniali a soggetti terzi, ma, semmai, soltanto a società a capitale interamente pubblico, chiedeva se tali società a capitale interamente pubblico possano intraprendere processi di fusione per incorporazione senza violare il carattere di demanialità delle reti e la loro totale inalienabilità. In pratica il quesito intendeva chiarire se i processi di fusione che sono alla base della nascita della Multiutility toscana vìolino o meno le vigenti normative che tutelano e garantiscono il pubblico accesso a servizi essenziali.
La risposta della Sezione Regionale di Controllo per la Toscana ha quindi chiarito e confermato che
“qualora uno o più enti locali abbiano conferito la proprietà di dotazioni patrimoniali essenziali alla gestione del servizio pubblico locale ad una società a capitale interamente pubblico che è incedibile, tale società può poi essere interessata a operazioni di fusione societaria purché all’esito della fusione resti assicurata la titolarità di reti, impianti ed altre dotazioni patrimoniali in capo ad una società a capitale interamente pubblico”.
E ora? Non ci resta che aspettare. Cantava Conte: “e piano piano si srotola di questo film la pellicola.”
Assolutamente d’accordo con l’articolo
Credo che l’assessore tuttofare non si sia neppure posto il problema. Troppi ragionamenti. Chissà se si darà una svegliata leggendo l’(ottimo) articolo.
“Apertamente osteggiata solo da Siena Popolare e dal M5S”.
Comprendo la faziosità, ma il “no” alla Multiutility in campagna elettorale è stato fortemente ribadito anche da Anna Ferretti, dal Campanini e da Sinistra Italiana. Ogni tanto un po’ di onestà intellettuale non farebbe scomodo.
Grazie Signor Meo del suo intervento. Lei afferma oggi che il “no alla multiutility … è stato fortemente ribadito ANCHE da Anna Ferretti, dal Campanini e da Sinistra Italiana ” e ci dà dei faziosi e dei disonesti intellettualmente. La cosa, come capisce, merita un giusto approfondimento in apposito articolo a ciò dedicato (vedasi https://www.ideeincomunesiena.it/2023/09/02/sulla-multiutility-una-risposta-dettagliata-al-signor-meo/.)