Ci sono otto candidati in corsa per la carica di sindaco dei senesi (in questa immagine manca Elena Boldrini, arrivata in fondo)
Sono sicuramente esponenti di partito e tali si dichiarano Elena Boldrini (M5S) e Roberto Bozzi (Azione — Calenda). Alessandro Bisogni, pure candidato di un raggruppamento denominato Siena Popolare precisa correttamente di non essere civico.
Anna Ferretti è un caso a sé. Già iscritta al PD e proposta da questo partito per inutili primarie, si è affrettata a dire di essere civica (prima ancora che qualcuno si ponesse il problema) perché non è al momento iscritta al PD né ad uno degli altri numerosi partiti che la sostengono e di cui vi risparmiamo la superflua elencazione. Una barzelletta. Cosa ci può essere di civico, infatti, in candidati che vengono scelti direttamente dai partiti quando questi ultimi si sentono in difficoltà?
Si dichiara civica con impudenza Nicoletta Fabio che ha subito messo le mani avanti dichiarandosi civica e che, come la Ferretti, ama nascondere nei manifesti i simboli di partito: come faccia la candidata di Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia ad essere civica, non è dato sapere. Beato chi se la beve. Cosa ci può essere di civico nei candidati scelti dai partiti quando non dispongono di propri esponenti appena presentabili da mettere in campo? Cosa c’è di civico, dunque di virtuoso, in liste e sigle che nascono non per forza propria e dopo una sedimentazione nella società, ma solo con l’idea di allargare all’ultimo momento il bacino di consensi dei partiti?
Poi c’è il civico Massimo Castagnini. Anche Castagnini, come altri in questa piccola città, ha girato per partiti e poi, messosi in proprio, è stato nominato da De Mossi alla presidenza di Siena Parcheggi spa (ora SI.GE.RI.CO) col supporto, con l’avallo e col nulla osta dei partiti che ancora oggi sorreggono De Mossi e che hanno candidato la Fabio. Oggi Castagnini può vantare il sostegno di un partito (oddio, semmai di un partitino..) come Italia Viva (Scaramelli). La presenza tra i candidati sedicenti civici di Castagnini (che considera il Comune come un’azienda) è comunque una di quelle false rappresentazioni o coup de theatre o, se vogliamo, una sceneggiata napoletana ben orchestrata. Lo sapevamo già, ma ora è una certezza: dopo le parole del ministro Tajani (“al ballottaggio si va tutti insieme…”) si vede bene il tentativo di rivincita del groviglio armonioso. Castagnini è civico quanto la Fabio e non più di quanto lo sia stato De Mossi: cioè, per niente.…
E poi c’è Emanuele Montomoli che si dichiara civico al massimo grado. In effetti i partiti lo avevano scelto per poterlo gabellare come tale, allo stesso modo come provano oggi con la Fabio. Poi, però, l’hanno scaricato perché massone… L’operazione di rigetto lo ha fatto ritornare civico? Non ne abbiamo idea e il caso resta sospeso… Tuttavia pensiamo che i cittadini debbano leggere (la trovate sul web…) la Promessa Solenne contenuta nella Formula di iniziazione del lunghissimo ed estenuante Rituale del Primo Grado del Grande Oriente d’Italia per essere ammessi come Apprendista Libero Muratore. Poi, dopo averla letta, deciderete voi se e quanto l’appartenenza ad un partito (e la connessa dipendenza …) assomigli all’appartenenza alla Massoneria. Eccola qua nelle parti più interessanti ….”
Il civismo politico, per noi, è un’altra cosa, è autonomia e indipendenza, viene dal radicamento sociale e non si improvvisa. Il civismo vero
.…non è la negazione della politica, ma un modo responsabile di fare politica partecipando ad essa attivamente – anche sul piano decisionale – senza utilizzare le formazioni partitiche tradizionali. Trova le sue radici nelle prime esperienze degli anni 70 fino allo sviluppo e ai successi di tanti Comuni italiani. Il Civismo politico, non fidandosi dei partiti per le più svariate ragioni (e a Siena in modo particolare per i danni arrivati da destra e da manca), si auto-organizza politicamente dal basso a difesa del bene comune, per sostenere battaglie e posizioni ideali che i partiti trascurano e che i falsi civici osteggiano, e, finalmente, per assumere, sulla base di programmi e visioni di lungo periodo, la gestione partecipata dei governi locali.
Il civismo vero, signore e signori, è quello che supplisce alle carenze dei partiti o che cerca di rimediare ai pasticci e alle devianze opache, è quello di chi non si accoda furbescamente ai partiti né li accetta supino, il solo civismo, inutile ormai ripeterlo, lo trovate nel Polo Civico Siena, nelle sue sette liste, nei 193 cittadini candidati a sostegno di Fabio Pacciani Sindaco.
Perfetto. Aggiungerei che il difetto più grande della politica non civica sia l’incoerenza in tutto nelle scelte , nei mancati rinnovi, nei rifiuti e nei cambi di casacca. Il civismo del polo pacciani, per coerenza ha rifiutato la richiesta di Falorni di entrare a sostegno il quale poi solo dopo eseere stato non accettato, coerentemente è tornato nella squadra con cui aveva giocato per 5 anni. La coerenza paga sempre e fa la differenza
Un recente (novembre 2022) sondaggio dell’Università di Urbino, eseguito su scala nazionale, mostra come la fiducia dei cittadini verso i partiti sia ferma al 14%. Ovvero 86 italiani su 100 hanno poca o nulla fiducia nei partiti.
Noto questo semplice dato, mi pare chiaro che il dichiararsi rapidamente CIVICI sia specchio di un malessere legato proprio a quei partiti che prenderanno delle DECISIONI di cui poco più di un italiano su 10 si fida.
Adesso non rimane che chiedersi SE i candidati/le candidate sostenute dai partiti siano quell’unico italiano su 10 e dunque SE le frettolose prese di distanze di appartenenza siano un mero calcolo d’immagine oppure SE, ben peggio, anche i/le candidati/e siano da considerare negli altri 9 disillusi elettori.