Oggi parliamo di esempi concreti di civismo alla senese avendo appena appreso dalla stampa che Federico Minghi, già consigliere comunale tre anni or sono della civica Voltare pagina, poco dopo capogruppo civico di Impegno Civico, è passato al gruppo misto per essere ancora più civico, anzi per rendersi egli stesso — come afferma — una sorta di “laboratorio” civico. Un passaggio all’anno. Chissà, di questo passo, quale grado di strepitoso civismo potrà raggiungere alla fine dell’anno in corso. Vedremo.
Per chi voglia rileggersi la spassosa motivazione riportiamo il link https://www.ilcittadinoonline.it/cronaca/siena-cronaca/federico-minghi-lascia-impegno-civico-siena/.
E ora, che succederà? Niente. Minghi conferma che continuerà a lavorare per il civico De Mossi insieme a sei consiglieri della Lega, cinque consiglieri di Fratelli d’Italia e tre consiglieri di Forza Italia oltre al civico Marzucchi.
Marzucchi civico? Mah! E’ di qualche settimana fa la notizia della nuova formazione marzucchiana
ci sono esponenti del Partito Radicale, del partito detto Italia Viva, del partito +Europa, del partito Azione, di ex del partito di Forza Italia, civici non ne vediamo.
Ma non sembra poi così importante. Invece è determinante che De Mossi sia civico in maniera tale che Egli, civico supremo, sia sorretto dai civici. Così, per quanto ne sappiamo De Mossi ha scelto solo assessori iscritti ai partiti della sua coalizione ed ha solo la dott.ssa Appolloni che, al momento, non sembra iscritta a partiti politici.
Ma torniamo a De Mossi che è così civico da intrattenere rapporti costanti non solo con consiglieri e assessori di partito ma anche coi loro massimi dirigenti nazionali
qui si vedono sguardi felici e adoranti
Rosso forte condottiero conDuce una Meloni molto attenta a non inciampare nelle lastre; l’avvocato guarda a Destra
Giorgetti è contentissimo di trovarsi in compagnia del “civico”
una bella coppia non è detto che debba essere politicamente civica
notissimo il civismo della Mussolini
Salvini non voleva restare indietro
figuriamoci Giorgetti
ma non è facile surclassare il capitano che ormai ci ha fatto il viottolo.
In ogni caso, ora che Ceccuzzi, mentore di presidentesse di Fondazione, è riemerso nella direzione del PD, deh! fateci ritornare riverenti ai bei tempi andati quando Marzucchi non aveva bisogno di sostenere il civico vincitore De Mossi per restare a galla. Oggi, come si è visto, è già pronto a rigirare svelto la frittata
Tutto previsto, non è cambiato niente forse solo noi riusciremo a rimanere nei “puri”.
Io vi seguo con attenzione, perchè vi sono molte cose che condivido, specialmente quelle di merito…però una critica la voglio fare, se fate l’errore dei partiti di maggioranza relativa di dare patenti se altre formazioni possono essere funzionali al proprio progetto non so quanto avanti può andare un progetto civico come lo intendete…credo sia meglio stare sui temi, sui progetti e non dare patenti a nessuno di civismo, perchè anche voi non siete il ministero del civismo…lo dico con tutto l’affetto e la voglia di cambiare possibile…
Gentile Roberto,
siamo d’accordo, nessuno può dare “patenti” di civismo a nessuno. Infatti noi non diamo patenti, ma segnaliamo che
— Vivi, Giulia Simi, e gli esponenti di Italia Viva, di Azione e di + Europa che si aggregano a Marzucchi, essendo esponenti di partiti politici non possono essere “civici”
— De Mossi, che continua a dichiararsi “civico” essendo stato sostenuto da tutti i partiti di destra, avendo una giunta di esponenti o fiduciari di partito e godendo di una maggioranza consiliare ormai composta quasi esclusivamente di donne e uomini di partito, dovrebbe vergognarsi a “darsi la patente ” di civico
— le liste civetta non sono una nostra invenzione ma una realtà iniziata col nuovo secolo e rappresentano un dato falso e mistificatorio
— i civici che sono servitori dei partiti o loro supporto o strumento operativo non sono, a nostro avviso, civici
— la precondizione del civismo, il presupposto minimo è che non possa essere “servile” nei confronti dei partiti, di tutti i partiti
— “stare sui temi”, sui bisogni e sui progetti non basta se c’è, in partenza, confusione e assenza di chiarezza.
La Redazione